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Domenica, 29 Marzo 2020 10:46

SCENARI POST-LOCKDOWN

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SCENARI POST-LOCKDOWN

L’applicazione dei risultati di due diversi studi alle misure di prevenzione e protezione nelle aziende Imperial College vs. Tomas Pueyo

Nei giorni scorsi sono stati proposti due diversi scenari per il contrasto della diffusione di COVID-19 dopo il primo picco. Il modello dell’Imperial College di Londra si basa sulle misure di contenimento fin ora messe in atto nei Paesi occidentali (Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti). Il modello proposto da Tomas Pueyo prende invece in considerazione gli effetti della gestione dell’epidemia in alcuni Paesi Orientali (Sud Corea, Giappone, Singapore).

NdR: Entrambi i modelli sono stati contestati da parti antagoniste, ma le conclusioni tratte in questo documento sono di applicazione comune ai due scenari.

Entrambi i modelli partono da quello che sta accadendo attualmente nella maggior parte dei Paesi colpiti da epidemia di COVID-19 cioè il lockdown totale della comunità.

La grandezza di riferimento per quanto concerne l’evoluzione di un’epidemia è la velocità di trasmissione (R). Il valore di R indica il numero di persone in media contagiate da ogni persona infetta. Nelle fasi iniziali dell’epidemia di Coronavirus la velocità iniziale R0 di trasmissione è stimata essere tra 2,2 e 2,5, ovvero ogni persona infetta contagia da 2 a 3 persone. Quando R è inferiore a 1 l’epidemia va ad esaurirsi.

Lo scopo del lockdown è raggiungere valori di velocità di trasmissione ben al di sotto di 1, più prossimi possibile a zero.  

 

Imperial College

Con l’ipotesi di assenza di cure farmacologiche e vaccino, lo scenario è quello di avere, una volta rimosse le misure di lockdown, una reiterazione delle curve di contagio nel tempo. A questo fenomeno lo studio propone di rispondere alternando periodi di lockdown intensivo con chiusura di scuole e università e applicazione di misure di distanziamento sociale di due mesi circa con un mese di rilassamento delle misure fino a quando saranno a disposizione cure farmacologiche e vaccini.

Di seguito una rappresentazione del possibile andamento dei casi che richiedono terapia intensiva (circa 10-15% dei casi attivi) applicando questa strategia:

Tomas Pueyo

Studio pubblicato su Medium da Tomas Pueyo e la sua equipe di Course Hero che ha riscosso molta popolarità (ma anche molte critiche per il principale motivo della mancanza di fonti e studi scientifici a suffragio delle ipotesi).

Modello denominato “Martello e danza”

Con l’ipotesi di assenza di cure farmacologiche e vaccino, al primo periodo denominato “martello” (lockdown completo) per portare il valore di R ben al di sotto di 1 segue il periodo denominato di “danza”.

Durante la “danza” lo studio propone di continuare ad applicare il modello Sud-Coreano di test a tappeto, tracciamento dei movimenti dei casi positivi, isolamento delle persone infette e quarantena dei contatti.

 

A questo si aggiunge, con un’applicazione costante nel tempo, fino a disponibilità di vaccino e cure farmacologiche, il divieto di grandi assembramenti di persone e l’applicazione di misure di distanziamento sociale a più basso impatto in termini di rapporto costi-benefici (es. sensibilizzazione della popolazione).

Questo è il grafico dei nuovi contagi in Corea del Sud aggiornato al 27/03. L’andamento dei nuovi casi sembra ricalcare esattamente la curva proposta da Pueyo (fonte: worldometers.info).



Le stime dei costi-benefici di alcune misure sono proposte nella tabella che segue. 

 

Secondo questo studio l’applicazione contemporanea di alcune misure poco impattanti dal punto di vista socio-economico sarebbe sufficiente a mantenere il livello di R nei dintorni di 1, intraprendendo misure più impattanti nei momenti più critici di diffusione dei contagi (vedi schema seguente).

 

L’autore dello studio ci tiene a sottolineare che non ci sono ancora evidenze scientifiche sui numeri sopra esposti.

 

Conclusioni

Posto che le misure di chiusura di attività sportive, commerciali, di istruzione e produttive non sono sotto il controllo dei datori di lavoro, così come l’attuazione di test sulla popolazione e il controllo degli spostamenti, rimangono comunque alcune procedure che è possibile adottare fino a quando saranno disponibili vaccino e cure farmacologiche, coerenti con entrambi gli scenari sopra descritti. A titolo esemplificativo:

MISURE GESTIONALI

  • Ogni lavoratore prima di recarsi in azienda, esegue un autocontrollo della temperatura; in caso di temperatura superiore a 37,5°C i lavoratori devono rimanere al proprio domicilio e contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante
  • Il lavoratore deve dichiarare tempestivamente all’ufficio personale l’avvenuto stretto contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti; in tale situazione l’azienda invita il lavoratore al proprio domicilio; il lavoratore contatterà il proprio medico curante.
  • Per diminuire il più possibile i contatti interpersonali senza pregiudicare la normale operatività, le attività commerciali che avessero già un sistema di ordini e consegne a domicilio possono incrementare ancora di più  questa opzione, attivando campagne pubblicitarie e adottando promozioni specifiche. Le attività che invece non avessero ancora sviluppato un sistema di ordini on line e consegne a domicilio possono in futuro prevederlo.
  • Allo scopo di mantenere un valore di R più basso possibile, non organizzare riunioni, corsi e incontri con più di tre partecipanti per volta; si può fare maggiore ricorso agli strumenti che consentono di realizzare riunioni a distanza.
  • Allo stesso scopo l’accesso ad aree break, mense, spogliatoi dovrà essere contingentato.
  • Per ridurre le possibilità di contagio, le trasferte di lavoro, ad eccezione di quelle indispensabili, possono essere sostituite con riunioni online e videoconferenze.

MISURE TECNICHE

  • Tutte le superfici di contatto frequente devono essere igienizzate almeno quotidianamente.
  • Tutti i luoghi di lavoro e di passaggio devono essere igienizzati almeno settimanalmente.
  • Altre misure tecniche per limitare la trasmissione tramite le mani come: dispenser di igienizzante per mani lungo i percorsi di passaggio e in prossimità di superfici di possibile contatto da parte dei clienti; contenitori di fazzoletti usa e getta per evitare il contatto diretto con i punti più toccati come i tasti degli ascensori; in alternativa pellicola usa e getta per coprire altre tastiere (POS, bancomat, macchinette erogatrici, …).
  • Disponibilità di guanti monouso in prossimità di aree, superfici, prodotti che possono essere oggetto di contatto frequente da parte di personale o di clienti;
  • Cartellonistica di sicurezza e pannelli informativi riguardanti: misure di igiene personale da adottare; distanziamento interpersonale; comportamenti di persone con sintomatologie o contatti diretti con positivi a COVID-19.

MISURE PROGETTUALI 

  • Nei locali aperti al pubblico organizzare misure progettuali per garantire il distanziamento interpersonale. Alcuni esempi:
    • Ingressi contingentati sulla base delle dimensioni dei locali per evitare assembramenti;
    • Percorso obbligato in una sola direzione per limitare gli incroci di traiettoria tra le persone;
    • Griglie visive con maglie da un metro a pavimento sia per il distanziamento in luoghi di permanenza statica (ad esempio nella zona casse degli esercizi commerciali o dei supermercati), sia per i luoghi di passaggio in modo da facilitare la valutazione istantanea della propria posizione rispetto a quella di altre persone;
    • Distanziamento tra tavoli e sedie nei locali di ristorazione o break (ristoranti, bar, mense)

Riferimenti

 

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